Vengono da lontano, ma anche da molto vicino.
Sono giovani di poco più che vent’anni che hanno conosciuto il dolore dell’abbandono, la speranza di una
famiglia nuova, il baratro dopo un’adozione o un affido andato male. Sono giovani che hanno vissuto in strada a cui spesso abbiamo dato qualche centesimo o ancora più spesso non abbiamo rivolto neanche uno sguardo.
Sono giovani che in un modo o in un altro sono ora accolti in Ozanam ed hanno trovato dei sorrisi, degli sguardi e delle braccia aperte. Per loro Ozanam è casa, una casa che per troppo tempo non sapevano cosa fosse o che troppo a lungo ha dedicato loro solo sofferenza e frustrazione.
In Ozanam si stanno dando il permesso di riprovarci, partendo dal chiedere aiuto, confidandosi e raccontando che non sono mai stati presi per mano e molte cose non le sanno fare: “Ho bisogno
che mi insegniate come gestire il mio primo stipendio”, “Ho bisogno di fare lo SPID”, “Mi aiutate a cercare uno psicologo?”.
Fidarsi e chiedere aiuto per chi ha conosciuto la strada non è una cosa semplice e tanto meno scontata.
Sono ragazzi che hanno intrapreso un percorso di consapevolezza virtuoso che necessità però di un sostegno in più, rispetto ai percorsi immaginati a livello istituzionale. In molti riconoscono negli operatori Ozanam figure di riferimento importanti che non hanno mai incontrato. Salutarli ora, vorrebbe dire perdere tutti. Ti abbiamo raccontato queste storie perché speriamo tu possa sostenere il raggiungimento di quest’obiettivo, anche un piccolo contributo può fare la differenza per questi ragazzi! Grazie di cuore.